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Meteo e stati d’animo: come il tempo influisce su salute e comportamenti

Primavera Estate Autunno Inverno: per ogni stagione uno stato d’animo

I nostri stati d’animo e di conseguenza i nostri comportamenti sono condizionati fortemente dalle variazioni climatiche e stagionali. Ci avevi mai fatto caso? Credo di si.

Le sindromi meteoropatiche stagionali sono sindromi morbose che si manifestano in molti soggetti, anche non predisposti, durante le singole stagioni o nel passaggio da una stagione ad un’altra.

E’ opportuno ricordare che il ritmo stagionale tipico delle medie ed alte latitudini (es. Europa, Stati Uniti) non trova una esatta corrispondenza alle latitudini equatoriali ove non esistono stagioni ma uno stato atmosferico uniforme sempre caratterizzato da scarse escursioni termo-igrometriche, giornaliere, mensili ed annuali. Quindi e’ ovvio che le seguenti considerazioni valgono per le nazioni e le popolazioni residenti alle medie e alte latitudini. 

Vuoi conoscere piu’ nei dettagli gli effetti fisici e mentali del cambio di stagione?

Il passaggio dall’inverno alla primavera

Le condizioni meteorologiche dei mesi primaverili sono caratterizzate da una grande variabilità ed instabilità, per lo scontro tra le masse d’aria ormai relativamente calda provenienti dall’Africa settentrionale e quelle invece ancora alquanto fredde che discendono dal Labrador e dalla Groenlandia, attraverso la Valle del Rodano, fin sul Bacino del Mediterraneo.

Ecco perché, in modo particolare nei mesi primaverili, si hanno notevoli reazioni di tipo meteoropatico, sia per la debilitazione organica che la poca radiazione solare invernale, specialmente al nord, così ricco di formazioni nebbiose, determina sull’organismo degli esseri viventi, sia perchè la primavera, come dicevamo, è la più ricca di cambiamenti forti ed improvvisi del tempo.

In questo modo aumentano i “disturbi somatoformi” come per esempio, le cefalee, specialmente quelle da tensione, le emicranie, le ulcere gastroduodenali, le coliti spastiche, il colon irritabile, le palpitazioni, il cardiopalmo, la tachicardia, l’ipertensione arteriosa essenziale, come pure l’ansia, la depressione, la stanchezza muscolare e nervosa, l’apatia, l’irritabilità, il nervosismo ecc., ben note a chi segue i pazienti da vicino durante i mesi primaverili.

Il passaggio dalla primavera all’estate

Durante il periodo estivo l’organismo umano può usufruire di notevoli benefici; sono favorite tutte quelle persone che soffrono di disturbi cardiovascolari, dato che il caldo è un vasodilatatore e di conseguenza la circolazione del sangue viene notevolmente aumentata.

Anche i soggetti che soffrono di forme allergiche e/o infiammatorie a carico delle prime vie aeree e dell’apparato respiratorio, in modo particolare i broncopneumopatici con crisi ripetute di insufficienza respiratoria, possono avvalersi delle belle giornate di sole, con aria sufficientemente pura, per una buona remissione dei sintomi, in modo particolare se si recano in zone di mare, ove l’aerosol marino contribuisce ad abbattere gli allergeni.

Dovranno invece porre attenzione a non esporsi troppo al sole i portatori di calcoli, sia a carico dell’apparato urinario che epatobiliare, nonché tutti quei soggetti che soffrono di affezioni acute o croniche dell’apparato digerente, perche’ il calore aumenta le infiammazioni e puo’, a volte, scatenare perfino qualche colica.

Il passaggio dall’estate all’autunno

La stagione autunnale può essere considerata, sotto diversi aspetti, la migliore dell’anno, sia per il clima dolce, sia perchè i fattori meteorologici non presentano di norma, salvo le debite e non rare eccezioni, variazioni molto repentine, come succede invece durante la primavera o i mesi estivi.

Uno dei fattori più importanti da prendere in considerazione riguarda la progressiva riduzione della radiazione solare, con conseguente diminuzione delle ore di luce.

Ebbene l’aumento delle sindromi depressive coincide proprio con la diminuzione dell’intensità della radiazione solare e delle ore di luce. Una terapia preventiva, a base di somministrazione progressiva di ore di luce, riduce di molto lo scatenarsi delle sindromi depressive autunnali o invernali.

Il passaggio dall’autunno all’inverno

Durante tutto il periodo invernale agisce sfavorevolmente la scarsa quantità di luce solare a disposizione dell’organismo, con conseguenti danni fisici e psicologici (in modo particolare nelle persone anziane e sole) dovuti alla maggior lunghezza della notte ed alle temperature notevolmente basse.

È logico notare come, in questo caso, la situazione meteorologica generale vada comunque migliorando passando dal Nord al Sud Italia, almeno nel senso di una maggiore radiazione solare e nello stesso tempo di una temperatura sufficientemente favorevole.

Di contro vi sono anche aspetti positivi legati al freddo e alla frequente ionizzazione negativa dell’aria (quella benefica!) che si riscontra spesso nei mesi invernali dopo ad esempio una nevicata: benefici psico-ficici con sensazioni di benessere, aumento del metabolismo cellulare, aumento dell’attività muscolare.



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    debora
    25 gennaio, 2015 a 6:49

    Sono in un periodo davvero difficile della mia vita, mi sento fortunata ma non felice.
    Leggerti è un piacere oltre che un notevole spunto di riflessione!

    Ciao, Debora

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