Buona lettura...

meteo

Sei come il tempo!

“Se volete scoprire il perché delle malattie, rivolgete la vostra
attenzione innanzitutto alle vicende giornaliere e stagionali del tempo…”

Così scriveva Ippocrate più di 2.000 anni fa.
E nonostante gli innumerevoli luoghi comuni e le assurde leggende metropolitane, tale affermazione contiene una profonda verità.
Dimostrata ormai anche scientificamente.
Il nostro corpo e il clima sono due sistemi in armonia: almeno sino a quando tutto funziona.

Infatti sia il corpo umano che il clima terrestre sono due sistemi termodinamici in equilibrio. In altre parole tendono entrambi a conservare attraverso meccanismi alquanto complessi una temperatura sostanzialmente costante nel corso del tempo.
Quando per qualche problema ciò non può più avvenire si hanno problemi più o meno gravi: ma se per il clima il tutto puo’ risolversi con la ricerca di un altro equilibrio magari anche con temperature molto più alte o più basse, per il corpo umano il rischio è la malattia o addirittura la morte.

Il nostro corpo è omeotermico, cioè grazie al metabolismo mantiene una temperatura costante intono ai 36/37°C.  Ricordiamoci che la superficie esterna del nostro organismo può far misurare temperature anche molto differenti a seconda della zona cutanea, soprattutto se in presenza di un clima freddo. Infatti possiamo andare dai circa 36/37°C dell’area rettale sino ai 30°C della mano e ai 27°c della pianta del piede. La media in genere della temperatura superficiale del corpo umano si aggira intorno ai 33°C.

Quando per qualsiasi motivo ci si allontana eccessivamente, sia in alto che in basso, da tale dato, allora il corpo entra in crisi. Per mantenere costante tale livello di temperatura  il nostro organismo  mette in atto tutta una serie di strategie e veri e propri meccanismi termoregolativi. I quali, pur semplificando molto, possono essere sintetizzati nei successivi  tre gruppi, che sono ovviamente in relazione alle condizioni climatiche, soprattutto riguardo ai parametri della temperatura, dell’umidità e del vento. A tutti infatti è ormai noto come un conto sia la temperatura assoluta di un certo luogo in un certo istante, un altro è quella realmente percepita dal nostro corpo.

1° caso: ambiente freddo
In questo caso si ha un aumento involontario (riflesso) della combustione interna, attraverso i meccanismi metabolici aiutati da una alimentazione più ricca. Vi è poi una vasocostrizione, cioè una contrazione dei vasi sanguigni cutanei, con un conseguente riflusso del sangue verso le parti interne del corpo. Ciò aiuta l’isolamento dell’organismo e diminuisce la perdita di calore sia per convezione che per conduzione.

2° caso: caldo moderato (inferiore ai +33°C)
Diminuisce la produzione di calore interno, mentre aumenta la grandezza dei capillari, con l’effetto della vasodilatazione. Ciò fa aumentare il flusso sanguigno verso la superficie corporea con conseguente aumento dei meccanismi che aiutano la dispersione del calore verso l’esterno, come irraggiamento, convezione e conduzione, e soprattutto sudorazione.

3° caso: caldo forte e afoso (superiore ai +33°C)
Quando l’ambiente è più caldo della pelle del nostro corpo, il calore può venire dissipato solo attraverso la sudorazione, o diaforesi. Come ben sappiamo l’evaporazione comporta un certo consumo di calore che assumerà la forma di calore latente. Tale consumo di calore viene valutato in 0,35-0,50 kcal/g. Ovviamente la temperatura uguale o superiore ai +33°C è quella realmente percepita dal corpo, quindi derivante da temperatura assoluta, umidità e ventilazione.
Nei casi di afa forte e persistente il corpo non riesce ovviamente a disperdere efficacemente il calore neppure grazie alla sudorazione, ed entra in una fase critica e di sofferenza, a volte anche pericolosa nei soggetti più deboli.

Ma metereopatici si nasce o si diventa?
Irrequietezza, mal di testa, insonnia, oppure il peggioramento di problemi già esistenti, sono sintomi reali collegati alla scarsa capacità dell’organismo di adattarsi alle nuove condizioni atmosferiche.
Generalmente sono più acuti dopo una mutazione atmosferica che segue ad un periodo di relativa stabilità. Abitare in città molto inquinate, trascorrere poco tempo all’aria aperta, vivere in ambiente eccessivamente riscaldati sono ulteriori ostacoli alla capacità dell’organismo ad adattarsi alle condizioni metereologiche. Le cause che sono alla base di qesta sindrome sono ancora in gran parte da scoprire. L’ipotesi più affidabile, è che l’alterazione della termoregolazione naturale del corpo (la temperatura deve mantenersi costante sui 37 gradi), coincida con una produzione ormonale non corretta. In particolare in coincidenza di una variazione metereologica diminuisce la produzione di endorfine (considerati gli oppioidi personali) col conseguente abbassamento della soglia del dolore: quindi tutti i disturbi fisici vengono avvertiti con più intensità.

Altri esempi concreti di vita quotidiana influenzata dagli eventi atmosferici: i virus respiratori diventano più aggressivi quando il tempo è umido, mentre la pressione atmosferica influenza l’attività psichica, causando significative modifiche nello span di attenzione e nella memoria a breve termine. E uno studio della facoltà di medicina di Tokyo indica che il numero dei parti aumenta quando cala la pressione atmosferica, forse per un effetto meccanico sul sacco amniotico, che tende a rompersi.

Quindi ricordiamocelo: siamo come il tempo!

Se ti piace condividi.



Leggi anche questi:


Lascia un commento